AUTRICE : ILARIA BONIBURINI, KIGALI RWANDA – SOCIA FONDATRICE DI ZONE

Premessa

Sono arrivata a Kigali, in Rwanda, il 9 dicembre 2011 per insegnare urban design e un laboratorio di progettazione architettonica alla Facoltà di Architettura dell’ università pubblica ruandese.

E’ grazie a Tomà Berlanda, un altro italiano – veneziano per la precisione – arrivato qui l’anno prima, che ho saputo che l’università cercava docenti per la nuova facoltà di architettura, aperta nel 2008. L’anno scorso, a maggio 2013, abbiamo laureato i primissimi studenti Ruandesi ad ottenere una laurea in architettura nel loro paese. Mi ero ripromessa di tenere un diario … ho scritto solo la prima pagina: http://archivio.eddyburg.it/article/archive/421/

A quasi tre anni di distanza sono ancora qui, ho insegnato per due interi anni accademici, poi l’anno scorso mi sono presa un sabbatico di circa 8 mesi. Sono rientrata a Kigali a marzo 2014 e ho insegnato per metà semestre – il nuovo contratto ha impiegato 5 mesi ad arrivarmi. E’ stato un anno accademico difficile quello 2013-14 e il prossimo, che sta per cominciare, non sembra meglio.

Ho deciso di riprendere a tenere un diario che condividerò con voi.

Kigali, 24 Settembre 2014

Department of Architecture, School of Architecture, College of Science and Technology, University of Rwanda.

Questa la nuova denominazione del KIST dall’anno scorso, quando i vari istututi universitari statali del Ruanda sono stati aggregati a formare l’Università del Ruanda. Il passaggio non ha ancora portato nulla di buono se non maggiore lentezza nelle pratiche burocratiche, visto che si è aggiunto un ulteriore livello nella gerarchia dell’istituto. L’università è ancora più centralizzata che mai. La promessa di maggiore indipenendenza e agevolazione nelle pratiche non è stata attesa, e non lo sarà neanche dopo che la transizione ha messo ogni cosa al suo posto. In realtà saremo ancora più dipendenti di prima dalle decisioni prese ai piani alti.

L’anno accademico comincerà in ritardo rispetto al programma, si parla del 29 Settembre, ma c’è stato un annuncio alla radio, a nome del Ministro dell’Educazione che le lezioni riprenderanno il 6 Ottobre. Nessuna comunicazione mi giunge dal mio HoD (Capo del dipartimento) o dal mio Dean (Capo della Facoltà) che è poi la stessa persona. Dopo una conversazione informale con lui mi pare di capire che la data più probabile sarà il 6 Ottobre. A mio parere non dovremmo neanche cominciare date le condizioni in cui ci troviamo. Manca ancora 1/3 del corpo insegnante.

20140925_Diario di scuola_con immagini

Da oltre nove mesi siamo senza una sede e girovaghiamo per il Campus (1, 2 ). Il nostro non perfetto edificio FAED (3, 4) ma tutto sommato accettabile, ci è stato tolto praticamente da un giorno all ‘altro perchè serviva per ospitare gli uffici di una conferenza internazionale sullo sviluppo, che si è tenuta nel Campus a Maggio 2014. In quattro e quattrotto, studenti, banchi, plastici, materiali e quant’altro sono stati trasferiti al KIST 4 (5), un edificio recente dall’altra parte del campus. Non era male, c’era elettricità e spazio. Non proprio adatto ad architettura perchè i banchi sono ancorati al pavimento, ma insomma ci si è adattati.

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Aimè ad aprile l’edificio è stato dichiarato inagibile, problemi di stabilità. Praticamente nuovo di pacca. Ed eccoci trasferiti di nuovo a poche settimane dagli esami in un altro edificio, al KIST 3 (6). Praticamente tutte le classi di architettura sono ammassate in un unico ambiente, largo e con la terrazza e una vista bellissima (7)… ma pur sempre troppo piccolo.

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Finiamo l’anno accademico facendo gli esami nei locali della mensa, dopo una discussione accesa con il Principal che dopo diversi mesi che è stato assunto non sa ancora come si svolgono gli esami di progettazione architettonica. Non va malissimo, ma gli studenti sono un provati da tutti questi trasferimenti, perdita di spazio e di tempo e dalla cronica mancanza di docenti. I risultati non sono buoni, il livello non è quello dei due anni precedenti in nessuna delle classi, se non forse per le tesi, che in effetti hanno prodotto alcuni buoni progetti. Io ho bocciato 15 dei miei 19 studenti nel laboratorio di progettazione del IV anno. La responsabilità non è tutta loro.

Sino a marzo (quando sono rientrata a Kigali dopo un sabbatico) avevano solo 3 insegnanti e hanno saltato diversi corsi teorici e quindi si sono trovati impreparati ad affrontare la progettazione. Ho tentato di affrontare il problema subito, al mio arrivo mi sono resa conto subito che il livello raggiunto dagli student non era sufficiente. Da parte della direzione ho trovato un muro di gomma e il solito atteggiamento… stiamo a vedere e poi si deciderà. Non c’era nulla da vedere, se non una crescente difficoltà degli studenti a fare quello che gli veniva richiesto, demotivazione e certamente anche scarsità di impegno. Per mantenere una decenza del corso non era possibile accettare un ulteriore abbassamento del livello di difficoltà. Avevo proposto di fare gli esami a settembre e fare corsi di recupero, per riuscire a fare progredire almeno una parte della classe al V anno. Proposta ritenuta inaccettabile… beh c’era da tirarsi su le maniche e lavorare un sacco in tutta la pausa ‘estiva’… cosa non ben vista visto che quando non ci sono lezioni la maggior parte dei professori di dedica a tempo pieno alla libera professione.

Morale della storia: gli studenti sono stati bocciati, le loro lamentale sono state fatte passare sottobanco, noi come dipartimento e facoltà abbiamo negato qualsiasi responsabilità e loro ripeteranno l’anno e ripagheranno le tasse.

Tutti possono sbagliare, noi compresi. Ma ci siamo detti che non si poteva sbagliare una seconda volta sulla stessa cosa. Mi pareva quindi di capire che anche il due volte capo (HoD e Dean) fosse del parere di cominciare il nuovo anno accademico con il piede giusto e solo se le condizioni minime per l’insegnamento fossero state raggiunte. Non solo per evitare un altro anno accademico di così scarsa qualità, ma soprattutto per garantire agli studenti un educazione decente e non fargli sprecare i loro sudatissimi soldi.

L’argomento tasse merita un po di attenzione. Riporto sotto la tabella (8), ma vi riassumo che ci sono tre scaglioni /categorie (sulla base dello standard di vita, che implicano il pagamento rispettivamente di 960 Euro (categorie 5 e 6), 720 Euro (categorie 3 e 4) e 140 Euro (categories 1 e 2) all’anno. Qui sotto la definizione delle sei categorie di povertà (Ubudehe) definite dal Governo Ruandese:

Categoria 6: Umukire – The money rich: Own land, livestock and often salaried jobs. Good housing and good financial capabilities.

Categoria 5: Umukungu – The food rich: Larger landholdings on fertile soil. Own livestock,often have paid jobs.

Categoria 4: Umukene wifashije – The resourceful poor: Same as 3 but may have small remnants and their children go to primary school.

Categoria 3: Umukene – The poor: Own land and housing. They have no savings but they can eat an live from their own cultivation.

Categoria: 2 Umutindi – The very poor. Same as 1 but physically capable to work as hired labourers.

Categoria 1: Umutindi nyakujya – Those in extreme poverty. Beg to survive, no land or livestock. Lack of basic needs. Children are malnourished and do not attend school.

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Probabilmente chi si trova nella categoria 6 non ha problemi a pagare le tasse. Coloro nella categoria 5 già incontrono moltissime difficoltà se almeno un membro della famiglia non ha un lavoro fisso stipendiato di livello dirigenziale perchè anche se hanno terra e casa in propriatà quasi 1000 euro all’anno non sono pochi. Per chi si trova nelle categorie 3 e 4 , i 700 Euro all’anno è una cifra molto alta, perchè lo stipendio su cui può contare la famiglia probabilmente non va oltre i 150 Euro al mese. Chi si trova nelle categorie 1 e 2 trovano difficoltà innanzitutto ad accedere all’università perchè non hanno i requisiti scolastici richiesti per essere ammessi. Mi è stato confermato da più parti che la tendenza è iscrivere le persone in categorie superiori a quelle in cui realmente si trovano, sia per non rivelare la vera situazione di indigenza, che per poter reclamare tasse superiori per tutti quei servizi legati alle classi di povertà.

Quest’anno sono state assegnate dal governo 40 borse di studio a studenti che hanno ottenuto il massimo dei voti alle scuole superiori. Ci saranno in aggiunta altre borse di studio provenienti dal settore private o da altre organizzazioni.

Gli studenti che appartengono alle categorie Ubedehe 1-4 possono fare domanda per ricevere un prestito per coprire le tasse scolastiche e anche le altre spese. Dovranno ripagare il prestito non appena avranno un lavoro dopo la laurea.